Scrivere un libro per raccontare la propria professione

Scrivere un libro per raccontare la propria professione è un’ottima idea, oltre che un obiettivo importante, soprattutto quando si svolge un mestiere non proprio comune. È il caso di Monia Davoli, istruttrice di guida presso una delle autoscuole più note del reggiano, autrice di “Tacchi al volante. 10 consigli per guidare al meglio nel traffico e nella vita di tutti i giorni”.

Roberta Rossi intervista Monia Davoli

“Monia, il tuo libro è stato pubblicato e il tuo sogno realizzato”.

Ne sono felicissima! Sono nata nel ’72, si fa presto a fare due conti e a capire la cifra tonda che raggiungo quest’anno… Desideravo farmi un regalo importante, qualcosa che postesse rendermi davvero felice e soddisfatta. Non una festa, ma un libro, per tanti motivi.

Prima di tutto, il desiderio di dire grazie alle persone che mi hanno affiancata e sempre sostenuta nel particolare percorso che mi ha portata a diventare istruttrice di scuola guida: la mia famiglia, mio marito, i miei suoceri, che, soprattutto dall’arrivo dei bambini in poi, mi hanno dato una mano decisiva, senza mai lamentarsi. Poi Luciano Baraldi, il mio primo datore di lavoro, e tutti i colleghi con cui ho avuto il piacere di lavorare.

Un percorso personale e professionale non è mai un cammino in solitaria: le pagine del mio libro servono per dire grazie a tutte le persone importanti. E anche ai miei allievi, che nel tempo mi hanno restituito ciò che ho insegnato loro: fiducia, rispetto, in tanti casi anche affetto e amicizia.

“Un libro come regalo a se stessi, un’ottima idea”.

Sì. E poi volevo scrivere un libro anche come invito alle donne perché si approccino a questo mio mestiere. È vero che è una professione faticosa, ma sa anche dare molte soddisfazioni.

A me piace tantissimo la relazione uno a uno con i miei allievi: mi siedo al loro fianco, do indicazioni in modo chiaro e preciso, passo loro consigli e suggerimenti con un atteggiamento sereno e costruttivo, cercando di non perdere mai la pazienza.

Gli allievi imparano non solo a guidare una macchina, ma anche a essere cittadini rispettosi delle regole e della presenza degli altri (automobilisti, ciclisti, pedoni, passeggeri, ecc.) per strada.

La loro riconoscenza magari non viene espressa a parole, ma di sicuro a gesti: un abbraccio dopo l’esame superato oppure un fratello o una sorella mandati proprio da me, in segno di fiducia.

La soddisfazione è quindi tantissima.

Il mio rammarico è che il mio mestiere è poco praticato dalle donne – io sono l’unica istruttrice a Reggio: spero il mio libro possa essere un incentivo a informarsi e, perché no, a iniziare il percorso che porta a diventare istruttori/istruttrici.

“Nel tuo libro c’è una parte autobiografica e una manualistica, come mai?”

All’inizio del libro, come introduzione, racconto la mia storia personale e professionale. Le scelte famigliari si intrecciano sempre con quelle lavorative e viceversa, così ho pensato di parlarne, soprattutto per dire che, anche quando il destino sembra tracciato, si è sempre in tempo per cambiare strada, cercare nuove esperienze, mettersi in gioco. Io l’ho fatto!

Così, da commessa, sono diventata prima autista, poi insegnante di guida. Nel frattempo la famiglia si è allargata: senza la collaborazione di mio marito e dei miei suoceri, non avrei potuto portare avanti il mio lavoro, a causa degli orari molto impegnativi. E non ce l’avrei fatta senza tutto ciò che i miei titolari e colleghi mi hanno insegnato.

La parte manualistica del libro vuole essere un omaggio a questi insegnamenti e un invito a prestare attenzione a come ci comportiamo, sia in strada, sia nella vita di tutti i giorni: imparando a chiedere aiuto, ascoltando i buoni consigli, allenandosi per gestire l’ansia e la fretta, rispettando gli altri, diventeremo persone migliori.

Insegnando ciò che, nel tempo, ho imparato, mi sento più forte: questo libro è quindi un modo per ricordarmi che oggi, superate le fragilità del passato, sono una donna più sicura di me.

Soddisfatta del percorso che ti ha portato alla pubblicazione?

Ho avuto la fortuna di imbattermi nella vostra redazione. Mi avete ascoltata, consigliata e sostenuta. L’avete fatto con garbo, accogliendo le mie richieste ed esigenze. “Tacchi al volante” mi rappresenta al 100%, fin dalla copertina, dove Francesco Curto mi ha magistralmente disegnata!

Monia Davoli
Tacchi al volante
10 consigli per guidare al meglio nel traffico e nella vita di tutti i giorni
© Edizioni Terra marique, 2022
Collana Zero motivi

Monia Davoli è un’istruttrice di guida atipica. Prima di tutto è donna, dettaglio non da poco nel suo ambiente. Poi pensa che sia più efficace insegnare con l’esempio che con le parole. Infine non rinuncia mai a indossare i tacchi, nemmeno quando è alla guida.

In questo manuale, Monia dà al lettore i consigli giusti per affrontare al meglio la strada da percorrere, sia al volante, sia nella vita di tutti i giorni.