Quali caratteristiche deve avere un bravo ghost writer

Quali caratteristiche deve avere un bravo ghost writer, oltre all’abilità narrativa? Capacità di ascolto, sensibilità, empatia e tante altre doti morali sono fondamentali per chi fa questo mestiere.

Quali caratteristiche deve avere un bravo ghost writer?

Se sei alla ricerca di un bravo ghost writer che trasformi in un libro la tua idea o la storia della tua azienda, devi prestare molta attenzione ad alcuni aspetti.

Devi innanzitutto assicurarti che il professionista al quale stai pensando di affidare il ghost writing abbia carratteristiche imprescindibili per chi fa questo lavoro.

Quali caratteristiche? Prima di tutto, la capacità di ascolto.

A mio parere, saper ascoltare è una vera e propria dote: o ce l’hai o non ce l’hai. Nel tempo si può diventare sempre più capaci di prestare ascolto, ma penso che se nel proprio Dna non è iscritta questa caratteristica, difficilmente sarà possibile impossessarsene da zero.

Ascoltare significa andare al di là delle parole sentite per cogliere qualcosa di più profondo. Ad esempio, ciò che si cela dietro un silenzio. Oppure quel non detto che è il sottotesto di una narrazione che non sa o non può essere cristallina.

Ascoltare significa anche mettere in secondo piano se stessi e abbandonare qualsiasi forma di giudizio, anche istintiva: ecco, questo si può imparare a farlo, dimenticandosi di sé, del proprio punto di vista e scendendo dal piedistallo giudicante sul quale a volte ci capita di salire.

Il ghost writer che non sa ascoltare non potrà penetrare a pieno nella narrazione del suo cliente per trasformare le sue parole in narrazione scritta, nella quale il committente stesso possa ritrovarsi.

Quali altre caratteristiche deve avere un bravo ghost writer?

Oltre alla capacità di ascolto, un’altra caratteristica che deve essere propria di un bravo ghost writer è l’attitudine alla scrittura. Sembra banale, in realtà chi fa questo mestiere dovrebbe considerare la scrittura come un’attività normale, alla quale dedicarsi con molta naturalezza. Non basta scrivere ogni tanto per definirsi ghost writer, bisogna invece scrivere come se non ci fosse altra attività più importante.

L’attitudine e l’abitudine alla scrittura sono il primo passo affinché un ghost writer costruisca la propria professionalità e la metta a disposizione dei suoi clienti per raggiungere obiettivi importanti.

E poi?

È inoltre necessario che un ghost writer abbia doti interiori che ne facciano una persona di valore e un professionista di indubbia qualità. In ordine sparso, penso che le doti indispensabili siano:

  • La sensibilità.

È importante che il bravo ghost writer abbia un’attitudine ad avvertire le più piccole sfumature dlle circostanze, delle situazioni, delle persone con cui si relazione.

Se così non fosse, come potrebbe ricreare certe vibrazioni nei suoi scritti? Cosa consegnerebbe al lettore?

  • L’empatia.

È fondamentale empatizzare, ovvero accedere al mondo interiore del proprio committente per coglierne gli stati d’animo. Per fare un buon lavoro, il ghost writer deve entrare in sintonia con la persona che sta ascoltando, cosicché alla base del rapporto si instauri una comunicazione efficace e gratificante. Mettersi nei panni dell’altro è il primo passo per comprenderlo nel profondo. Senza questa comprensione, non può esserci scrittura.

  • Il rispetto per i sentimenti e per il punto di vista altrui.

Abbiamo già spiegato quanto sia importante, durante le fasi di ascolto, avere un atteggiamento non giudicante, lontano da piedistalli dai quali si guardano le persone dall’alto in basso.

Il bravo ghost writer impara a portare rispetto per ciò che pensa il suo committente: se anche non dovesse condividerne il pensiero, il suo obiettivo è capire, senza pregiudizi.

Se poi i modi di pensare sono incompatibili, allora è bene fermarsi. Per questo motivo penso che, prima di iniziare un ghost writing, sia bene parlarsi, conoscersi, capirsi, onde evitare che il committente scelga il ghost writer sbagliato e che quest’ultimo, a un certo punto del lavoro, si veda costretto ad abbandonarlo.

  • La pazienza.

Non saprei spiegare quando e come il ghost writer debba essere paziente, ma so riconoscere circostanze particolari che richiedono pazienza. Quest’ultima è un concetto troppo soggettivo per generalizzare o tentare di contestualizzarla, per cui ognuno sentirà la sua soglia della pazienza messa in pericolo a seconda delle situazioni.

Ecco, un ghost writer dovrebbe avere questa soglia molto alta, perché nel corso della stesura di un libro ci saranno numerosissimi momenti di stress, deviazione dal sentiero tracciato, cadute e risalite, che un bravo professionista deve saper gestire senza nervosismi controproducenti.

  • Una solida struttura umana e psicologica.

Questo aspetto, che ha a che fare con una forza d’animo e una maturità incrollabile, si conquista con il tempo.

Maturi non si nasce, lo si diventa vivendo, lavorando, ascoltando, scrivendo, mettendosi alla prova e imparando dalle situazioni, soprattutto da quelle più delicate.

Una solida struttura interiore consente al ghost writer non solo di affrontare con spirito tenace anche le storie più difficili o delicate, ma gli permette anche di continuare a imparare da queste ultime, trasformandolo ogni volta in un individuo e in un professionista sempre più preparato.

  • La flessibilità.

Sapersi adattare al pensiero mutevole del proprio committente è da parte del ghost writer sinonimo di grande professionsalità.

Il suo obiettivo non è scrivere un riassunto, ma penetrare nell’animo di chi ha di fronte per trovare le parole giuste al momento giusto.

Se fosse rigido, fermo sulle sue posizione, non incline al dialogo e al confronto, non riuscirebbe nel suo lavoro.

  • La resilienza.

Un ghost writer capace, sul quale si possa riporre la propria fiducia, deve per forza affrontare le difficoltà e riuscire a superarle.

Nella stesura di un libro si andrà incontro a tanti momenti di difficoltà e sconforto, capiterà anche di voler abbandonare il progetto, ma il bravo professionista sa come sciogliere i nodi e imparare dalle cadute per trarne occasione di riflessione e insegnamento.