Come pubblicare un libro di successo

Tra la quantità di opere pubblicate ogni anno, mese e giorno, il tuo libro può fare la differenza. Come? Facendo le giuste scelte, fin dalle battute iniziali. Come? Ne parliamo con le editor di ProgettoLibro.

Come pubblicare un libro di successo

Ci sono libri che vengono scritti per essere pubblicati. Bella scoperta, starai pensando. Sì, ma questa affermazione ha ragione d’essere proprio perché è vero ance il suo contrario: ci sono libri che vengono scritti per non essere pubblicati. O meglio, senza l’obiettivo iniziale (e progettuale) della pubblicazione.

Poi, man mano che il percorso prosegue e che varie cose accadono, si va verso un cambio di rotta: nuove idee, tra cui appunto la pubblicazione, si affacciano sulla scena, al punto da sparpagliare le carte in tavola. C’è chi dovrà raccoglierle e ricomporre il mazzo, per far sì che una nuova partita venga giocata.

Rimanendo in metafora, pubblicare un libro è un po’ come giocare d’azzardo: se da una parte ci sono elementi che puoi razionalmente conoscere e controllare – le regole del gioco (editoriale), la strategia, i tuoi obiettivi – dall’altra c’è una quota di imprevedibilità, che ha per lo più a che fare con le tue emozioni, con quelle del tuo lettore e con la fortuna.

In pratica, ci sono libri che, fin dalle battute iniziali, nascono sotto una buona stella, altri che proprio non ce la fanno a togliersi dal cono d’ombra in cui si trovano. Ma questo è un altro paio di maniche e ha a che fare con l’hype o assenza di hype, di cui ultimamente si parla spesso e volentieri – vedi la storia super hype dei “Pinguini Tattici Nucleari”.

Ciò che invece puoi conoscere, controllare e volgere a tuo favore, in vista della pubblicazione, è il progetto editoriale, che può portare il tuo libro al successo, certo anche grazie a una buona dose di fortuna.

La stesura e l’invio al committente delle bozze

Il ghost writer può decidere di inviare la bozza scritta tra una videocall e l’altra oppure dopo un certo numero di call. Ciò dipende dal tipo di ghost writing che sta realizzando e dalla necessità del committente di capire il tipo di lavoro in corso prima di proseguire con la sua narrazione orale.

La stesura di un manoscritto assomiglia al lavoro di uno scultore, che dà forma a un blocco di materia ricavandone la sua opera. Considerando la scrittura in questi termini, è probabile che il ghost writer intenda dedicarsi al suo manoscritto mettendovi quotidianamente la sua arte, il suo stile, il suo tocco magico, senza “intromissioni”. È quindi probabile che opti per l’invio della bozza conclusa piuttosto che di bozze intermedie, che invece invierà se richieste esplicitamente dal committente o dalla tipologia di lavoro in corso.

In qualsiasi caso, il committente sa che ciò che il ghost writer sta scrivendo e che andrà a consegnargli (in Word) è appunto una bozza, ovvero un testo non definitivo, sul quale il committente potrà intervenire con segnalazioni e/o richieste di modifiche, che il ghost writer inserirà, se ritenute opportune, nel testo stesso.

Entro un arco di tempo precedentemente concordato (di solito il committente ha al massimo un mese di tempo per rileggere la bozza e segnalare le modifiche), si arriverà così al manoscritto finale, di cui il committente potrà disporre in assoluta libertà.

Cos’è il progetto editoriale?

Ciò che può fare la differenza tra la scrittura di un manoscritto e la pubblicazione di un libro di successo – per successo intendo un libro di qualità, capace di attirare l’attenzione di un pubblico interessato ad acquistarlo e a leggerlo, apprezzato da quei lettori che faranno da cassa di risonanza per decretarne, appunto, il successo – è il progetto editoriale.

Se hai in mente una storia, ancor prima di iniziare a scriverla, dovresti pensare alla sua dimensione naturale e alla sua destinazione: a quale genere letterario stai per approcciarti e a quale lettore stai per rivolgerti?

No, questi non sono aspetti secondari rispetto al tuo istintivo slancio creativo e narrativo, che comunque nessuno vorrà “macchiare”, tanto meno imbrigliare. Puoi esprimerti liberamente, scrivere, disegnare, perfino cantare. Ma fallo con criterio. E disciplina.

Quindi sì, pensa a un progetto editoriale, che sarà una sorta di scivolo entro cui la tua storia si lancerà, andando liscia verso la meta, che è poi il comodino del tuo lettore.

Il progetto editoriale è il risultato di idee chiare, orientate verso obiettivi concreti

Cerca di schiarirti subito le idee e prendi delle decisioni inequivocabili: romanzo rosa o giallo, tono leggero e ricco di suspense, personaggi frivoli o impegnati, pubblico generico o ben caratterizzato. Come pensi di raggiungerlo questo pubblico? Tentando la strada della grande/media/piccola/micro editoria o del self-publishing?

Avrai bisogno di una mano per la revisione del testo e per l’impaginazione o farai tutto in solitaria?

Ti servirà di un codice Isbn per la vendita o lascerai che il più noto e-commerce mondiale fornisca copie solo a te e al tuo lettore con un clic?

Non c’è niente di male nel voler pubblicare un libro con l’intento di venderlo e far soldi a palate. Tantomeno sarebbe un peccato mortale pensare a un libro come a un tassello del proprio personal branding. O ancora consegnare alle sue pagine una traccia indelebile di sé, della propria vita vissuta, della propria memoria che non si vuole smarrire.

L’unica cosa sbagliata sarebbe non decidere quanto prima il percorso editoriale cui destinare la propria opera, cosa che, al contrario, consentirebbe di evitare passi falsi, ripensamenti, tentativi a vuoto di raddrizzare il tiro, quando ormai è troppo tardi.

Mi spiego meglio con un esempio: desidero scrivere e pubblicare un libro per il mio personal branding, ovvero per l’affermazione della mia professionalità su un mercato molto concorrenziale. Scrivo la mia autobiografia.

Non presto particolare attenzione all’impaginato.

Metto il mio mezzo busto in copertina.

Mi affido al self-publishing per risparmiare.

Metto in vendita le copie a un prezzo accessibile, ovvero basso.

Qualcuno il libro lo compra, che soddisfazione.

Ma dopo un paio di settimane nessuno se lo fila più e io non ho fatto passi avanti con il mio personal branding.

Anzi ne ho fatto qualcuno indietro, se penso al tempo e ai soldi gettati.

Riavvolgiamo il nastro, insieme

Se il tuo obiettivo è, ad esempio, scrivere e pubblicare un libro per il tuo personal branding, ovvero per qualificare ulteriormente la tua immagine professionale e lanciarla su un mercato estremamente concorrenziale, puoi farlo, credimi, non c’è nulla di male in questo.

Il male starebbe nel celare questo intento dietro pretese romantiche, perché si scrive per la gloria poetica… Ma valà! Si scrive e si pubblica rispettando il lettore, il suo tempo, il suo denaro, il suo più che legittimo desiderio di imbattersi in una lettura di qualità.

E il rispetto deve essere portato anche nei confronti dell’ambiente, dal momento che libri cartacei e digitali presuppongono investimenti di risorse (cartacee, energetiche, ecc.).

Torniamo al personal branding. Se ti rivolgessi per tempo a un’agenzia come la nostra, ti diremmo:

  1. Scrivi o fatti scrivere (ghost writing) contenuti di qualità, che siano espressione del tuo sapere, della tua esperienza accumulata nel tempo, del tuo (sincero!) desiderio di condividere conoscenza con i tuoi lettori.
  2. Prima ancora di scrivere o quando sei alle prime pagine, fermati e progetta: un manuale per lettori che devono essere istruiti su come fare qualcosa? Un memoriale per le future generazioni? Un’autobiografia romanzata per un lettore di cui vuoi stimolare la curiosità? Parliamone insieme e decidiamo subito: ne va del buon esito del tuo libro.
  3. Una volta definiti contenuto, target e genere editoriale, pensiamo a come organizzare il materiale: testo che scorre con qualche pausa (capitolo 1, 2, 3)? Un’impaginazione tipica dei manuali, con schede di approfondimento e rettangoli per mettere in evidenzia determinate parti di testo? E perché no, una sezione fotografica?
  4. L’organizzazione visiva del libro ne semplificherà la stesura: cosa scrivere, come scrivere, che forma dare al testo, cosa mettere in evidenza, cosa aggiungere o eliminare non possono essere scelte disgiunte, ma elementi di un continuum, in costante dialogo tra loro.

Ora devi scegliere come pubblicare il tuo libro

Adesso che il testo è pronto e ben organizzato, devi fare il prossimo passo: scegliere come pubblicare il tuo libro. Una casa editrice? A noi sembra la scelta migliore, ma siamo di parte.

Puoi affidarti al self-publishing, certo.

In ogni caso assicurati che il formato sia adeguato ai tuoi intenti comunicativi, che l’impaginazione sia professionale, che la copertina soddisfi le esigenze di un mercato super affollato e che sia coerente con i contenuti del tuo libro, che il codice Isbn ti consenta di far circolare il libro a livello nazionale e internazionale, che siano assolti gli obblighi di legge e fiscali.

Il tuo libro, ricordatelo sempre, è frutto delle tue scelte, è espressione del tuo sapere, è strumento per raggiungere i tuoi lettori, ovvero i tuoi potenziali clienti, per informarli in merito alle tue capacità e al tuo valore. Il tuo libro non può essere una pubblicazione al risparmio, come non è al risparmio ciò che tu sei e puoi dare agli altri.

Se avrai seguito scrupolosamente gli step del piano editoriale, ora il tuo libro è davvero pronto per spiccare il volo, raggiungere il tuo lettore e procurarti il successo che meriti!