C’è poco da fare: non si sfugge al fascino del passato. I secoli andati rappresentano una inesauribile fonte di curiosità. Nel passato cerchiamo e ritroviamo le nostre stesse passioni e desideri, che riscopriamo attraverso un velo nostalgico, romantico, magico, soprattutto se l’epoca presa in considerazione è il Medioevo. E se in più i protagonisti fossero i mitici guerrieri norreni? E se aggiungessimo anche una componente fantasy capace di accompagnare e impreziosire elegantemente la narrazione attingendo dal tanto ricco quanto misterioso folklore nordico? Allora ci troveremmo davanti a un romanzo come “Aphreios – Libro del Fato”, primo capitolo della saga di Valerio Lazzarini.
Un fantasy storico che accompagna il lettore attraverso avventure epiche. Il realismo di questo libro ci permette di scoprire e comprendere un mondo affascinante, dove la componente magica accompagna le sfide e la passione degli uomini che, durante il Medioevo, hanno fatto la storia del nostro mondo tra alleanze, battaglie, conquiste e innovazione sociale e tecnologica.
Aphreios è nato in Norvegia, eppure di quella terra non porta né il nome né le tradizioni: ha passato buona parte della vita oltremare per cercare fortuna. Tra battaglie campali in Irlanda, assedi alle città andaluse, incarichi militari per conto dell’imperatore bizantino e assalti dei pirati, egli forgia la sua tempra di condottiero e accresce la tanto agognata gloria. Eppure un’incessante inquietudine lo logora da dentro. In lui si sviluppa un’ambizione viscerale, pericolosa, una brama che sangue e oro non riescono a placare. In cerca di quel qualcosa in più ritorna in patria, dove a regnare è un sovrano poco intraprendente che si crogiola nella fama dei suoi avi. Ma le trame del Fato gli sono favorevoli e i vichinghi salpano per razziare la Provenza: la vittoria, tuttavia, vacilla e l’impresa è a rischio. Aphreios non conosce sconfitta e farà qualunque cosa pur di ascendere, anche se dovesse disobbedire a un re, innamorarsi di sua figlia o sfidare gli dei che lo stanno osservando.
Valerio Lazzarini è un giovane autore dalla scrittura diretta e colta, attenta ai dettagli. La visione della sua storia è chiara e lungimirante. Nonostante la complessità del tema e le fatiche che toccano ogni autore che decide di avventurarsi nel genere del romanzo storico, è riuscito a donare al lettore un’ambientazione costruita con dettagli vividi ed evocativi: senza appesantire le descrizioni ha creato luoghi e scene immersive che portano a voler entrare nella storia sempre più in profondità.
Generalizzare è sempre un errore, ma nel caso di Lazzarini l’età anagrafica non corrisponde affatto alla maturità della sua scrittura. Dove la storia deve ancora svilupparsi appieno e i personaggi navigano ancora su un piano poco sfaccettato, il lettore attento può cogliere i dettagli che fanno capire che c’è molto di più, lasciato momentaneamente nell’ombra per essere rivelato nei successivi volumi della saga.
Oltre alle tante difficoltà del genere, è importante sottolineare come la scelta dell’epoca storica e dell’ambientazione – ci troviamo in Norvegia durante il Medioevo – denotino una scelta coraggiosa. L’attrazione per il popolo vichingo ha raggiunto il grande pubblico proprio negli ultimi anni grazie a libri, serie televisive e film di grande successo. Se tutti possiamo vantare di conoscere qualcosa di questo antico popolo, solo chi l’ha studiato con passione e attenzione ne riconosce la complessità. Non solo dei razziatori violenti, ma una società complessa che ha dato al mondo innovazioni, scoperte e la cui eredità fa parte ancora oggi delle nostre vite. Trasmettere questa complessità evitando accuratamente di cadere negli stereotipi e nelle semplificazioni sono i dettagli che allontanano “Aphreios – Libro del Fato” dall’ennesimo prodotto di moda, rendendolo una lettura non solo avvincente e piacevole, ma anche ricca di informazioni e nozioni accurate, senza mai scadere nella pesantezza del saggio. Alla luce della complessità di questa storia e dell’interesse verso ogni autore emergente, abbiamo fatto qualche domanda a Valerio nell’intervista che ci ha recentemente rilasciato.
Cosa ti ha spinto a scrivere proprio una storia ambientata nel Medioevo e che ruota intorno alla popolazione dei vichinghi?
Sono sempre stato affascinato dal passato e dai modi di vivere delle civiltà che ci hanno preceduto, trovo che studiandole si impari molto sul genere umano: la cultura nordica nello specifico mi ha intrigato con i suoi miti, le saghe sugli eroi e quell’ambientazione tanto aspra quanto solenne che è la Norvegia. Si tratta di un popolo vittima di stereotipi e disinformazione, che nasconde ingegno e arte dietro un iniziale velo di sangue e rune.
Quale contesto migliore?
Il libro è il primo volume di una saga: hai già in mente tutta la trama dall’inizio o la storia si sta sviluppando strada facendo?
La storia è ad oggi ben delineata: anzi, sto lavorando alla scrittura del settimo ed ultimo volume, che sarà la sua apoteosi e conclusione.
Ogni storia ci dice qualcosa del suo autore. Cosa c’è di te nei diversi personaggi e in quale hai messo più di te stesso?
L’intera saga è il risultato di una domanda che mi feci anni fa: come sarebbe stata la mia vita in un’altra epoca? Perciò sì, il mio vissuto e le mie convinzioni sono le fondamenta della storia e i personaggi spesso si basano su individui reali che ho conosciuto: in alcuni casi si tratta proprio di alter ego pressoché identici nel carattere e nell’ideologia. Il ”Moro” è direttamente ispirato dal mio migliore amico nella vita vera, mentre il protagonista Aphreios è modellato su tratti della mia personalità, ovviamente con le dovute sfaccettature dovute al diverso periodo storico.
Il panorama editoriale è vasto e complesso. Qual è stata la sfida più grande e la soddisfazione maggiore nella scelta della casa editrice?
Ho pubblicato con Susil Edizioni. In ogni caso la sfida maggiore è sempre mettersi in gioco e scommettere sul proprio ingegno.
Qual è stata la scena più difficile da scrivere e perché?
Penso che le sequenze più dinamiche siano le più complesse da descrivere: devi dare abbastanza contesto senza appesantire di dettagli, far percepire il ritmo che incalza e le emozioni dei personaggi coinvolti, e stupire il lettore con l’evento in sé. Le battaglie e le scene d’azione sono sicuramente l’esempio più calzante.
“Un soldato spuntò dal buio, saltò oltre le colonne e affondò la sciabola in sua direzione. Il ragazzo schivò abilmente, fece roteare l’ascia e lo colpì al fianco. L’uomo si voltò, attaccando di lato, ma lo parò col manico dell’arma e gli colpì con forza il viso, per poi piantargli la scure nel petto. Altri soldati giunsero dall’ombra, ma i drengr si erano già allertati, e lo scontro fu breve. Il ragazzo respinse il suo avversario oltre il patio, attraverso le tende danzanti ora schizzate dal sangue, e dopo un’altra parata rotolò sino ad un’altra corte adiacente.”
La tua storia non è solo un’avventura storica, nelle pagine passa una profondità riflessiva, che si manifesta soprattutto nel protagonista Aphreios. Quali temi o messaggi vorresti restassero più impressi nei lettori?
Il mio è un racconto realistico, viscerale, cosparso di interrogativi morali e questioni d’introspettiva: oggi come allora uomini e donne si ponevano domande a cui era ed è difficile rispondere in modo chiaro. Destino, ambizione personale, trovare la propria vocazione e il proprio ruolo nella società: questi sono temi ricorrenti su cui vorrei far riflettere il lettore. Non impongo nessun messaggio o ideologia, ma al termine dell’avventura ognuno potrà trarre le proprie conclusioni.
L’elemento “fantasy” della storia rimane marginale fino alle ultime pagine del libro: avrà più spazio nei prossimi volumi?
Ho voluto dare al romanzo un’impronta più concreta e storica, senza però rinunciare al fantasy, che si presenta come sottotrama e si svilupperà parallelamente alla storyline principale per poi riaffiorare in modo preponderante. Ma posso dire che nei prossimi volumi gli elementi soprannaturali saranno sempre più consistenti, frutto del connubio tra folklore e mitologia che ho adottato per la mia saga.
Puoi darci un piccolo indizio (senza spoiler!) su cosa accadrà nel prossimo volume?
Il capitolo successivo della storia di Aphreios lo porterà piuttosto lontano dalla Norvegia, in un altro continente: metterà in discussione la sua attuale professione e cercherà di definire meglio il suo scopo. Tutto questo tra nuovi personaggi, rapimenti, flashback, battaglie navali e alleanze straniere.
In redazione non vediamo l’ora che esca il secondo volume di questa saga. Nell’attesa potete trovare “Ahpreios – Libro del Fato”, edito da Susil Edizioni, sui principali e-commerce e nelle librerie.